Chi dice donna dice dono

Chi dice donna dice dono! È questo il nuovo slogan. In occasione della Giornata Internazionale della Donna 2024, la FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) ha lanciato una campagna social #chidicedonnadicedono. Questa ha l’obiettivo di sensibilizzare le donne e l’opinione pubblica sulla donazione di sangue e plasma. Durante tutto il mese di marzo, anche sulle nostre pagine social, verranno illustrate l’importanza della donazione al femminile. Attualmente, solo il 33% dei donatori di sangue in Italia è donna, mentre in Spagna questa percentuale raggiunge il 51%. Anche negli altri Paesi europei, il numero di donne donatrici è più alto rispetto all’Italia.

 

Chi dice donna dice dono: l’intervento di Giovanni Musso

 

Il presidente della FIDAS Giovanni Musso, sul sito del nazionale riferisce che: “Alcune sfide non possono essere risolte da soli, la raccolta di sangue e plasma è un impegno collettivo. La campagna di sensibilizzazione per incentivare la donazione al femminile si inserisce in una serie di iniziative più ampie che FIDAS porta avanti ogni giorno dell’anno. Siamo indietro rispetto al resto d’Europa e dobbiamo correre per raggiungere gli altri Paesi. E in più dobbiamo colmare questo divario tra uomini e donne. Avere più sangue e più plasma, ci renderebbe più autosufficienti e porterebbe anche una riduzione di alcune spese sanitarie. Attualmente l’Indice di donazione in Italia è 1,7 per il sangue, 2 per il plasma se ci spostassimo a 2/3 già recupereremmo una buona fetta di autosufficienza. Per questo motivo FIDAS ritiene fondamentale avviare una campagna che promuova tra le donne la donazione di plasma poiché con il loro gesto possono fare la differenza”.

 

Chi dice donna dice dono: dire no alla donazione è una forma di pregiudizio?

 

La minore diffusione della donazione di sangue tra le donne è in parte dovuta ad alcuni fattori. Come ad esempio al fatto che le mestruazioni già abbassano il livello di ferro nell’organismo. Inoltre, persiste un’errata percezione culturale, non supportata scientificamente. Un pregiudizio secondo cui le donne, nelle diverse fasi biologiche della vita, sarebbero in gran parte non idonee alla donazione. Ad esempio, durante la gravidanza non è possibile donare, così come in situazioni di anemia durante il ciclo mestruale.

 

Quando autoescludersi dalla donazione?

 

Nel nostro sito, sono ampiamente spiegati tutti i casi in cui non è possibile donare il sangue. È importante comprendere che ci sono alcune condizioni che possono rendere una persona ineleggibile per la donazione, come ad esempio:

 

1. Infezioni trasmissibili per via ematica, come l’HIV, l’epatite B e C.
2. Assunzione di determinati farmaci che possono influenzare la coagulazione del sangue.
3. Condizioni mediche come l’anemia grave, il diabete non controllato, o la presenza di un’infezione.
4. Viaggi recenti in determinate zone geografiche dove potrebbero esserci rischi di contrarre malattie trasmissibili attraverso il sangue, come la malaria.

 

Tuttavia, è importante non autoescludersi dalla donazione nel caso di dubbi. Il personale addetto al richiamo dei donatori ed i medici saranno in grado di valutare ogni caso individualmente e fornire chiarimenti su eventuali dubbi riguardanti l’idoneità alla donazione.

 

Inoltre, è fondamentale sottolineare che la decisione finale sull’idoneità alla donazione sarà sempre presa da personale qualificato e basata su criteri medici. Quindi, se hai dubbi o preoccupazioni riguardo alla tua idoneità alla donazione, ti invitiamo a contattare il personale del nostro centro di raccolta del sangue per ottenere ulteriori informazioni e chiarimenti.

La donazione di sangue è un atto di altruismo che può salvare vite, quindi è importante non autoescludersi prematuramente dalla possibilità di donare. Lascia che il personale medico qualificato valuti la tua situazione e prenda la decisione giusta per te e per i pazienti che potrebbero beneficiare della tua donazione.

 

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