Da marzo del 2007 sono in forza all’Associazione Volontari per Policlinico Tor Vergata; molti anni sono dunque trascorsi da quando il nostro Presidente, oramai mitico, mi ha inviato la comunicazione ufficiale contenente l’accettazione della mia domanda d’ingresso in qualità di volontario. Poco dopo fui cooptato nel direttivo in qualità di tesoriere. A tale attività, che comporta un impegno di natura prettamente amministrativa, ho da subito affiancato quella di donatore di sangue, e più di recente, anche di piastrine: se non l’avessi fatto mi sarei sentito troppo legato ad un incarico da burocrate, pure necessario ma per me molto meno appagante di uno con un profilo più propriamente legato al contatto umano, da cattolico direi al dono di sé, che è il motivo principale, il motore, che mi spinse, illo tempore, ad entrare nella bella realtà che oggi è diventata la nostra associazione. Un gruppo di persone che, con grande semplicità e tanta voglia di mettersi in gioco, opera quotidianamente a sostegno degli operatori sanitari dell’ospedale in favore dell’umanità sofferente che ad essi si rivolge con il desiderio di una rapida guarigione. Negli anni ne ho conosciuti tanti di questi nostri volontari, oggi amici: li ho visti tornare dal servizio stanchi e contenti, sempre con negli occhi quella inconfondibile scintilla divina che li spinge a superare la sofferenza che incontrano e che tentano in ogni modo di alleviare. È essa quell’ostacolo che superficialmente parrebbe dividere l’essere umano-volontario dall’essere umano-malato ma che, se affrontato con umiltà ed umanità, è in grado di creare in un attimo una confidenza, direi una fraternità, impensabile in ogni altra differente situazione della vita. Assieme alla volontà di rendersi utili in un delicato momento storico per la nostra comunità nazionale, è questa la nostra ricompensa, la gratitudine silenziosa che avvertiamo intorno a noi e che non vediamo l’ora di poter ricambiare, sempre con maggior slancio. In questi anni siamo diventati proprio una bella e coesa realtà. Sono certo che, con il contributo di ciascuno, continueremo a crescere, sia come competenze e capacità operativa che come numero di volontari in attività. Lo scopo resta sempre lo stesso: donare in silenzio il nostro aiuto a chi ne ha più bisogno. Viva, sempre viva i camici verde chiaro!
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